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La Bottega del Mondo in Colombia
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VITA DI COMUNITÀ
La Bottega del Mondo in Colombia
Pubblicato il: 2/7/2015
            

Silvia Rossi di Bottega del Mondo e Marco Contu dell'associazione PonteColombia



 
 


Un articolo di Remo Tosio
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Domenica pomeriggio, 1º febbraio 2015, nel salone del Monastero di Santa Maria Presentata, Silvia Rossi di Li Curt e Marco Contu di Ponte di Valtellina hanno raccontato, attraverso fotografie e filmati, le loro vive esperienze in Colombia, nella regione Contu e nella sua città capoluogo Popayan. Mentre Silvia Rossi è attiva sia nella gestione della Bottega del Mondo a Poschiavo, nonché nel Gruppo di sostegno a distanza Valposchiavo, Marco Contu fa parte dell’associazione PonteColombia, che ha visto la luce nel marzo 2006. Il tutto è nato allorquando alcuni ragazzi, nell’estate del 2005, hanno accompagnato don Battista Rinaldi in uno dei suoi viaggi.

L’attività umanitaria colombiana è denominata Fundaciòn Renacer Santa Clara, un’associazione no profit, che comprende il sostegno ad un orfanotrofio, bambini abbandonati o provenienti da famiglie senza casa, e altri importanti aiuti di carattere umanitario. Il sostegno finanziario che proviene dai paesi donatori, come la Val Poschiavo e la Valtellina, viene assegnato a degli attivisti in loco, ben noti alle associazioni donatrici, con le quali hanno sempre un contatto diretto. Ogni tanto intraprendono un viaggio di visita, alfine di verificare che tutto proceda regolarmente e prendere accordi.

Quello che sicuramente ha toccato la sensibilità dei presenti è stato il racconto delle esperienze avute nelle carceri femminili, dove manca totalmente la comprensione e l’affetto. Nel carcere ci sono donne che hanno compiuto reati gravi, ma ve ne sono molte altre che sono state inconsapevolmente arrestate. Come il caso di quella madre che ha ricevuto un pacco da una persona, la quale l’avrebbe pagata molto bene per questo servizio, con il compito di portarlo ad un’altra persona. Lei, all’oscuro del contenuto, già si rallegrava per poter disporre di un po’ di soldi; il sogno è svanito perché è stata arrestata per spaccio di cocaina, contenuta appunto in quel pacco che le avevano assegnato. In Colombia la gente viene sbattuta in carcere anche per reati minori, per bagatelle. Queste povere donne si sentono completamente abbandonate dallo stato. Grazie agli aiuti umanitari, stanziati dalle citate istituzioni, le carcerate si sentono amate e quindi vivono in modo più dignitoso; alle volte basta soltanto la presenza, in modo solidale.

Altra testimonianza che ha veramente toccato il cuore, è l’assistenza alle persone di strada nel quartiere più disgraziato di Popayan; gente senza tetto o con un rifugio occasionale. Vivono nel degrado e quindi nella disperazione. Da questa nasce la necessità di rifugiarsi nell’alcolismo, nella droga o nella prostituzione. Una situazione veramente straziante. In questo caso gli aiuti umanitari consistono nella distribuzione di panini e aguapanela. Questo nome è composto da due parole: acqua e panela. La panela è un preparato alimentare ottenuto dal succo della canna da zucchero, sottoposto a temperature elevate ed evaporazione; se ne ricava una melassa viscosa che viene poi versata in piccoli stampi, nei quali la si lascia essiccare. La Colombia è il maggior produttore mondiale di panela. Queste zollette solide di saccarosio e fruttosio, che contengono calcio, ferro, fosforo e vitamina C, vengono mischiate all’acqua; da qui il nome di aguapanela.

A causa della differenza sul cambio, con il franco forte un aiuto umanitario in Colombia costa molto meno: un franco svizzero corrisponde a circa a 2'577 pesos colombiani. Tanto per fare un esempio: il pane grande costa all’incirca 2'000 pesos, cioè 74,5 centesimi; il pane piccolo 500 pesos, cioè 18,6 centesimi svizzeri.

Ma tutti questi aiuti in favore dei progetti in Colombia abbisognano della nostra disponibilità nel donare dei contributi economici, oppure nell’acquistare prodotti della Bottega del Mondo. È un nostro dovere, per amore del prossimo come insegna Cristo – Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34) – oppure, per dirla in parole nuove, per amore dell’etica sociale.

 

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